Nel cuore di Acquaviva delle Fonti, a una settimana dalla solenne Festa in onore di Maria Santissima di Costantinopoli, protettrice della città, un’antica tradizione si prepara a illuminare le serate dei suoi abitanti: l’accensione della fanove, il tradizionale falò che segna la chiusura dell’Ottavario di ringraziamento dedicato alla Madonna di Marzo.
Nel suggestivo scenario di Piazza dei Martiri 1799, le fascine di legna vengono accuratamente accumulate, pronte ad essere accese in una festa di luce e fede. È qui che, al termine della Celebrazione Eucaristica delle 18:30, tenuta nella maestosa Concattedrale, il calore delle fiamme avvolgerà l’atmosfera, mentre l’intera comunità si riunisce per rendere omaggio alla loro patrona.
Ma il falò non è soltanto un momento di festa: è un rito ricco di significati e tradizioni tramandate di generazione in generazione. Alla sommità del cumulo di legna è posta la “cima cima”, una struttura in legno arricchita con i doni offerti dagli abitanti di Acquaviva delle Fonti, in segno di devozione e gratitudine alla loro amata Protettrice.
Secondo l’antica credenza popolare, la direzione verso cui cadrà la “cima cima” dopo essersi incendiata indicherà la contrada destinata a godere del raccolto più abbondante nell’anno a venire. È un momento carico di speranza e auspici per il futuro della comunità agricola, che guarda alla Madonna di Marzo come custode dei suoi campi e dei suoi frutti.
Ma il falò è anche un’occasione di ritrovo e di condivisione, in cui le famiglie si riuniscono attorno al calore delle fiamme, intrecciando legami e ricordi. È un momento di gioia e di comunione, in cui le differenze si dissolvono nell’abbraccio della tradizione e della fede.
Così, mentre le fiamme danzano nel cielo notturno di Acquaviva delle Fonti, illuminando volti e sorrisi, il falò per l’Ottavario in onore della Madonna di Marzo si conferma come un evento carico di emozioni e significati, capace di unire una comunità nell’amore e nella devozione verso la loro celeste Protettrice.