“Per noi parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati (…)”
Questi erano i timori di Primo Levi nei confronti di quel suo senso del dovere, che lo portava a diffondere la sua testimonianza in giro per il mondo.
Ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione nei confronti degli ebrei, le deportazioni non devono essere solo un esercizio di memoria storica, ma anche il punto di partenza per un confronto sui conflitti attuali, la dignità umana e la libertà, principi indiscussi ma perennemente minacciati.
Sami Modiano aveva 13 anni quando fu deportato ad Auschwitz, “l’ultimo gradino dell’inferno”,dove i suoi 60 familiari furono sterminati dai nazisti perchè "colpevoli" di essere di religione ebraica.
Martedì 26 febbraio porterà la sua testimonianza ad Acquaviva, incontrando la cittadinanza, per sua espressa speranza sopratutto i giovani, nella Sala Conferenze del Comune alle 19.00, introdotto dal Prof. Vitantonio Petrelli.
”Spiegare un simile degrado dell’uomo non è possibile. Raccontarlo però si può. Perché la memoria e la conoscenza sono il migliore antidoto contro il virus del razzismo e dell’odio”.
invito caldamente “duce” a presenziare a questa iniziativa.
mi dispiace a quell’ora sn in palestra…e poi continuo a dire ke eustachio nn capisce niente…
…Stando alla risposta data,circa il suo prioritario impegno,deduco che quello che non capisce niente è proprio duce!…provare a cimentarsi con un po di palestra per il cervello proprio no e?..l’occasione ti è data con questo appuntamento del 26 p.v., vacci!
duce, in che senso non capisco niente? forse la buonanima secondo te non ha nulla a che vedere con tutto ciò? cmq fai bene ad andare in palestra, il giovane figlio della lupa deve essere forte e scattante, non come i giovinastri della perfida albione!