Facebook ha rotto il cazzo

Valentino G. Colapinto
Come sopravvivere al degrado del re dei Social
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Diciamoci la (triste) verità, Facebook ha stufato. Ci ha regalato anni di discussioni interessanti, molti amici virtuali (non di rado diventati reali), magari anche qualche flirt e tanto, tantissimo cazzeggio. Ma ormai è in declino e oltre agli adolescenti anche i più avveduti stanno da tempo scappando via. Senza dimenticare le ricerche che indicano come gli utenti assidui del re dei Social diventino più infelici e angosciati. Vediamone i motivi:

1.) Contenuti scadenti. Gattini come se non ci fosse un domani, polemiche sterili, catene di Sant’Antonio, tag molesti, banalità su banalità: ecco cosa popola il nostro News Feed. Che sta diventando più noioso di Uno Mattina. Quanti fra i nostri due o tremila amici scrivono cose realmente interessanti e divertenti? Spesso si contano sulle dita di una mano monca.

2.) Privacy. Le persone normali, giustamente, si sono stancate di condividere tutto quello che pensano, fanno o mangiano su Facebook, a meno di soffrire di un narcisismo patologico. Perché fornire tanti dettagli ai guardoni o, ancora peggio, a potenziali ladri d’appartamento? Meglio Social meno invasivi come Pinterest o Tumblr, meglio ancora tornare alla vita reale.

3.) La negatività è contagiosa. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che gli status cinici e depressivi sono altamente contagiosi. Chi usa i Social per lamentarsi di continuo e criticare tutto e tutti rischia seriamente di rovinarvi la giornata. E Facebook è pieno di questa gente.

4.) Polemiche. Faccialibro è infestato da troll, stalker e fake, veri e propri molestatori dalla personalità disturbata. I Social generano (piccoli) mostri: persone che nella vita normale sarebbero più innocue di un coniglio, sul web si trasformano in implacabili rompiballe. Basti pensare che una ragazza carina riceve ogni giorno decine di approcci telematici più o meno eleganti e ogni personaggio mediamente famoso è perennemente disturbato da mitomani e psicopatici. Per non parlare dei tanti fake creati da gente che non ha nulla di meglio da fare se non provocare e insultare il prossimo.

5.) Ansia da notifica. Commenti qualcosa e ti arrivano le notifiche, pubblichi uno status e ti arrivano le notifiche, metti un like e ti arrivano le notifiche. Su Facebook non puoi fare nulla senza essere sommerso da notifiche, spesso nei momenti più inopportuni. Per evitare questo stress continuo, molti ormai si limitano a leggere senza più scrivere o piacciare nulla. Lasciando campo libero ai polemisti di cui sopra, gli unici che adorano essere notificati sempre e comunque.

6.) I guru hanno rotto il cazzo. Questi quotidiani propinatori di acido solforico e massime pseudo-filosofiche sono diventati insopportabili. Gli egocentrici e gli istrioni hanno trovato su Facebook e Twitter il loro humus ideale, proliferando senza controllo. Se volete insegnare qualcosa agli altri, fatelo col vostro esempio e non spacciando aforismi più o meno riciclati e indigeste pillole di cianuro.

7.) Abitudine. Tutto prima o poi stanca, questa è una triste legge della natura. Passato l’entusiasmo iniziale anche Facebook, com’era inevitabile, è diventato noioso. Non è più una novità né la cosa più eccitante che ci sia in giro. Aspettiamo con ansia Google Glass e le nuove dipendenze tecnologiche che saprà regalarci, ma nel frattempo Facebook è spompo e va avanti solo per inerzia. I giovani sono già altrove e su Facebook ci sono rimasti principalmente gli utenti adulti o anziani. Magari genitori che cercano di controllare i figli, senza sapere che per flirtare adesso usano Snapchat o Tinder.

8.) Saturazione. Il Matrix dell’intrattenimento ci offre sempre più possibilità di cazzeggio: playlist di Spotify, telefilm sottotitolati, videogiochi, ecc. Facebook è diventata solo una delle tante opzioni, un rumore di fondo mentre si fa altro, come la TV lasciata accesa perché “fa compagnia”. Irrilevante.

9.) Bufale. Le notizie trash non fanno più ridere, fatevene una ragione. Sono lontanissimi i tempi dei situazionistici e dissacranti Il Male e Luther Blissett, oggi è deprimente passare senza interruzioni dall’ultima denuncia di Report o Presa Diretta alle bufale di Lercio e compari. Sono diventate solo uno spam che rende ancora più triste la vita, mostrando chiaramente come tutto sia senza soluzione e senza senso.

10.) Invidia. Ebbene sì, confessiamolo. Facebook è un meccanismo infernale per generare l’invidia altrui, uno dei sentimenti più negativi e improduttivi che esistano. E quasi sempre questo livore collettivo nasce dalla falsità, perché sui Social tutti cerchiamo di sembrare più belli, intelligenti e ricchi di quanto siamo nella realtà. E comunque tra i vostri mille e passa amici virtuali ci sarà sempre qualcuno che davvero è fidanzato con una modella, ha un lavoro da 10mila euro al mese o vive ai tropici. E basterà una sua foto mentre prende il sole alle Mauritius per rovinarci irrimediabilmente la settimana.

Cosa fare allora? Uscire da Facebook sarebbe una soluzione estrema e autolesionista. Il Social dei Social ormai è indispensabile per comunicare con amici e colleghi o parenti che vivono lontano, per aggiornarsi su eventi e novità e sempre più spesso anche per il nostro lavoro.
Si tratta piuttosto di rimodularne l’utilizzo come abbiamo già fatto in passato con altri media come il telefono, la radio o la tv. Nessuno o quasi passa tutto il giorno guardando la tv, col tempo abbiamo imparato a seguire solo alcuni canali e alcuni programmi, quelli di qualità o che ci interessano veramente. Lo stesso bisognerà fare online.
Selezionate “amici” che abbiano davvero interessi in comune con voi e che siano rispettosi delle regole della comune convivenza, non passate tutto il tempo libero su FB, non abboccate alle bufale e non fatevi coinvolgere in sterili polemiche. Ma soprattutto ricordate sempre che Facebook non vi renderà più felici, intelligenti o amati. Se volete queste cose, dovete cercarle (e guadagnarvele) nella vita reale.

martedì 23 Settembre 2014

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