Le notifiche sono il male

Valentino G. Colapinto
Come evitare che la tecnologia soffochi le nostre vite
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Chi è cresciuto prima degli Anni Zero sa bene come una volta fosse difficile se non impossibile contattare amici o conoscenti. Bisognava innanzitutto conoscere il numero da chiamare (oggi chi lo chiede più? Basta cercare il nome su Facebook o LinkedIn per sapere vita, morte e miracoli di chiunque), poi serviva un telefono (fisso o a gettoni: esclusi i manager, prima del 1995 chi ce l’aveva il cellulare?) e infine sperare di trovare in casa o ufficio la persona desiderata, cosa niente affatto scontata. In casi estremi (indisponibilità di soldi o telefono) si andava a piedi a citofonare a casa dell’amico, sperando di non aver fatto una camminata inutile. Oggi la tecnologia ha reso tutto molto più semplice, anche rintracciare dopo anni i nostri ex compagni di scuola o una vecchia fiamma. Siamo diventati tutti perennemente reperibili, ma è sempre un bene?

Il demone della reperibilità, come lo chiama Zerocalcare, genera inevitabilmente l’ansia da notifica. I nostri inseparabili smartphone, vere e proprie protesi senza di cui ci sentiamo perduti, non si limitano a farci rintracciare da partner, genitori o capoufficio, ma ci notificano in continuazione quello che teoricamente dovrebbe interessarci.

All’inizio furono le notifiche push delle email e gli avvisi per appuntamenti o compleanni. Poi seguirono le notifiche dei messaggini di Facebook, WhatsApp e mille altri Social, senza dimenticare tutte le app (dai giochi a quelle più serie). Siamo assediati ventiquattrore su ventiquattro: se dovessimo controllare tutto quello che ci viene notificato, non avremmo più tempo per vivere.

Per sfuggire al sempre maggiore stress tecnologico c’è chi pratica il downshifting tecnologico: passare dallo smartphone di ultima generazione a un cellulare vecchio modello, di quelli che servono solo a telefonare. Oppure cancellarsi da Facebook e altri Social troppo invasivi per la privacy. Ritirarsi in un eremo analogico che consenta di vivere più serenamente. Certo, si tratta di scelte estreme e spesso impraticabili. Ormai gli smartphone e i Social sono diventati indispensabili sia per il lavoro che per la vita sociale e tornare all’età della pietra può essere molto limitante. Come barcamenarsi allora tra tecnologie sempre più invadenti e legittime rivendicazioni esistenziali?

La soluzione è semplice: fare selezione. Internet ci mette a disposizione un’infinità di dati, è umanamente impossibile ma anche sostanzialmente inutile cercare di assorbirli tutti. Occorre di volta in volta stabilire cosa ci interessa veramente e dedicare tempo e attenzione solo a quello, per evitare l’information overload, la bulimia da informazioni, e lo stress da notifica. Sia su Facebook che su Twitter si possono impostare delle comode Liste dove inserire i pochi contatti a cui siete realmente interessati (amici stretti, colleghi, influencer, possibili partner, ecc.) e di cui volete seguire tutti gli aggiornamenti. Consulterete il newsfeed generale solo quando non avrete di meglio da fare.

Quanto alle notifiche, disattivatele. O almeno silenziatele. Non avete bisogno che l’iPhone vi comunichi in tempo reale che avete ricevuto un’altra vita per Candy Crush Saga o che avete dieci nuove notifiche su Facebook. Controllerete queste cose se e quando avrete tempo: voglio sperare che nella vostra vita ci sia qualcosa di più importante che giocare a Candy Crush o cazzeggiare sui Social. Come abbiamo imparato a nutrirci in maniera sana, così dobbiamo imparare a filtrare le notifiche più importanti, separandole dalle mille distrazioni – i grassi insaturi della nostra alimentazione digitale. Focalizzarsi su una cosa alla volta è il segreto del successo e della felicità, come ripetono molti libri usciti di recente (uno su tutti: Focus di Daniel Goleman). E non abbiate l’ansia di rispondere immediatamente a telefonate e messaggi, i vostri amici capiranno.

lunedì 31 Marzo 2014

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