Il gruppo Facebook Sei di Acquaviva se… esiste da pochissimi giorni, eppure ha già raggiunto un successo clamoroso, basandosi solo sul passaparola. Nel momento in cui scrivo gli iscritti sono più di 1.500 ed è facile prevedere che la sua corsa non si fermerà presto. Ma di cosa si tratta precisamente?
Creato da Francesco Cavallo, giovane acquavivese già gestore di Murgia Jupiter, un sito dedicato alle dieci basi americane con missili nucleari che erano situate nelle Murge nei primi anni Sessanta, e del food blog A fuoco lento, “Sei di Acquaviva se” è un gruppo Facebook in cui si condividono pensieri e foto riguardanti l’acquavivesità, escludendo ogni fine politico o pubblicitario. È così cominciata la gara a chi raccoglie più consensi e, in questo momento, il post con più successo è quello sui coloritissimi soprannomi locali con oltre mille commenti.
C’è chi scrive che sei di Acquaviva delle Fonti, se hai un infermiere in famiglia, se hai dato appuntamento agli amici alle Quattro fontane, se dopo il lancio del Pallone correvi a vedere dove era caduto oppure se chiami le nostre ville comunali il “giardino vecchio” e il “giardino nuovo”. O ancora sei acquavivese, se il sabato sera ti facevi le vasche a via Roma (rigorosamente sul lato sinistro, perché dall’altra parte c’erano gli anziani), se sei mai stato fermato da Costantino Capurale alla ricerca di un euro “per mangiare”, se rimpiangi locali storici come il Blue Note, il Casbah e l’Habanero o, soprattutto, la mitica “Baracca” di Minguccio con gelati, gassose, ciccipolenta e altre delizie. Se il sabato sera andavi prima al Pizzicagnolo a farti un panino e una birra, poi passavi da Speedy Food per un cicchetto e infine al Dolcino per un cornetto, se al primo anno d’iscrizione all'università organizzavi la festa della matricola e se facevi il “ragnotour” tra convitto, stazione e ragioneria per ammirare le ragazze che uscivano di scuola…
Ma soprattutto sei un acquavivese solo se riesci a polemizzare anche in questo allegro gruppo di Facebook, come sta succedendo purtroppo in queste ore, grazie ai soliti buontemponi.