Attualità

“I rifiuti non sono un problema, ma una risorsa”

Mimmo Ferrante
Intervista all'Arch. Felice De Marinis
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Continua il nostro giro di colloqui con le personalità di Acquaviva delle Fonti che più si sono distinte sia in campo professionale che politico, spinti dalla volontà di capire come risolvere i problemi del nostro paese e consapevoli di quanto sia fondamentale valorizzare l’apporto della società civile. Oggi è il turno dell’architetto Felice De Marinis.

Come al solito, iniziamo dalle presentazioni: chi è Felice De Marinis?
Sono un architetto ed esercito da venticinque anni la libera professione nel paese in cui sono nato, Acquaviva delle Fonti. Oltre ad aver partecipato per alcuni anni alla Commissione Edilizia, ho in passato ricoperto numerosi ruoli politico-amministrativi.
Nel 1994 sono stato eletto per la prima volta consigliere comunale nella lista dei Progressisti (sindaco Nettis) e successivamente rieletto nel 1996 con la Giunta D’Ambrosio, nella quale sono stato anche vice-sindaco nonché primo Assessore alle Attività Produttive. Sono stato inoltre capogruppo alla Comunità Montana sud-orientale. Continuo ancora oggi a occuparmi di politica, facendo parte del coordinamento del PD.
Il mio interesse è sempre stato volto principalmente al territorio, non inteso solo sotto il profilo urbanistico ma anche in termini di ambiente, valorizzazione delle risorse, ecc. Oggi è indispensabile un cambio di mentalità di fronte ai cambiamenti epocali che dobbiamo fronteggiare. Pensiamo al PIL che, come diceva Robert Kennedy, “misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”, ossia si limita a stimare i consumi ma non tiene conto del benessere né della qualità della vita. È fondamentale, quindi, un approccio nuovo a vecchi problemi come quello dei rifiuti solidi urbani, che non vanno più visti come una rogna ma come una risorsa, un possibile motore dello sviluppo. Giustamente si parla anche di “decrescita felice”.

Qual è la tua opinione riguardo all’attuale Amministrazione e al PD?
È chiaro che ho contribuito anch’io all’affermazione elettorale di Squicciarini e, inoltre, faccio parte del PD fin quasi dalla sua fondazione. Mi piacerebbe, però, che ci fosse più discussione e coinvolgimento sui temi importanti.

Da sempre rivolgi un’attenzione particolare alle problematiche ambientali e per l’esattezza alla raccolta e riciclo dei rifiuti. Quali sono le tue osservazioni e proposte in merito alla situazione acquavivese, dove – ricordiamolo – la Lombardi Ecologia opera in regime di proroga con un contratto scaduto da anni e, per di più, vantando un credito (vero o presunto che sia) di diversi milioni di euro?
La questione dei rifiuti può essere un importante banco di prova per dimostrare l’effettiva discontinuità tra l’attuale amministrazione e quella passata. Acquaviva, a differenza dei comuni viciniori, è un paese privo d’identità, di anima, e non ha ancora deciso quale dev’essere il suo futuro.
L’immondizia può essere paradossalmente una soluzione, se viene vista in termini creativi come punto di partenza per nuove professionalità e nuove industrie.

A questo proposito, Tonino Santamaria ha avanzato mesi addietro la proposta di realizzare ad Acquaviva un Polo del Recupero, iniziativa che però non ha finora trovato l’appoggio dell’amministrazione comunale. Tu, invece, vai sostenendo da tempo la teoria dei “rifiuti zero”. Ce ne vuoi parlare?
Vorrei chiarire che il Polo del Recupero proposto da Santamaria concerne i rifiuti speciali (batterie, pneumatici, ecc.), mentre la filosofia dei Rifiuti Zero (o Zero Waste), ideata dallo studioso americano Paul Connett (tra l’altro proprio in questi giorni in Puglia, ndr), è una strategia rivolta ai rifiuti solidi urbani. Essa si propone di riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere i rifiuti da conferire in discarica allo zero, ispirandosi al riutilizzo delle risorse fatto in natura.
Più che di una teoria si tratta di prassi, essendo fondata su buone pratiche di gestione del rifiuto, basate su regole apparentemente elementari, ma che se vengono poi rispettate si concatenano l’una con l’altra. Ci sono esempi virtuosi di comuni italiani, come Capannori in provincia di Lucca, che grazie a questo metodo sono riusciti a portare la raccolta differenziata a vette del 70-80%, da noi impensabili.
Ricordiamoci che aumentare la percentuale di raccolta differenziata non è solo un atto virtuoso, bensì un obbligo di legge (la quale fissa un limite minimo del 60% per il 2011 e del 65% per il 2012, ndr). Oggi ad Acquaviva siamo ben sotto questi valori (sulla carta la raccolta differenziata ad Acquaviva è ferma al 15% circa, siamo quindi passibili di sanzioni se non addirittura di commissariamento, ndr).
È necessaria da un lato un’opera di educazione e dall’altro un’azione sanzionatoria da parte degli organi preposti. In ogni caso, i concetti di discarica o di termovalorizzatore sono sorpassati; la terza via è costituita dall’azzerare i rifiuti.

Visto che lavori nel campo, qual è il tuo parere sulla travagliata vicenda del Piano Regolatore? Ritieni che esista davvero, come paventato da alcuni, un più o meno occulto partito trasversale dell’emergenza, che ha tutto l’interesse a non far approvare il PRG?
Seguo la questione del PRG da venticinque anni e ancora non riesco a vederne la soluzione. La nostra è un’anomalia nell’intero panorama italiano: oltre trent’anni per approvare uno strumento che fissi delle regole. Perché è questo il vero punto focale – non tanto la qualità del PRG stesso, perché è ovvio che dopo tanti rimestamenti non si può pretendere una qualità eccelsa. È indispensabile fissare delle regole certe.
La situazione attuale porta da un lato a penuria e costi elevatissimi degli alloggi, che spingono molti a cercare casa nei paesi limitrofi, e dall’altro al ricorso continuo a strumenti di carattere straordinario.
Il PRG è ormai uno strumento obsoleto, ma se non viene approvato non è possibile procedere con il più innovativo PUG (Piano Urbanistico Generale), che si può coordinare con il DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale), cosa che permetterebbe di ottenere molti finanziamenti che oggi ci sono inaccessibili.
Non so se si può parlare di un vero e proprio “partito trasversale” contrario al PRG, ma credo esistano dei gruppi di potere che hanno convenienza a tenere gli acquavivesi per la gola, mantenendoli nella condizione subordinata di sudditi e non già di cittadini. È questa la mentalità che occorre contrastare opponendole la logica della gestione ordinaria e delle leggi uguali per tutte. Lo stato di emergenza continua deve cessare, e la politica dev’essere al servizio del cittadino e non viceversa.

Te la senti di dare un parere tecnico sugli appena terminati lavori di ristrutturazione di Piazza Garibaldi, che sono stati al centro di molte polemiche?
È indubbio che la cifra spesa di un milione di euro circa è davvero enorme, rispetto anche a quello che fanno i paesi limitrofi con quei soldi. Il Comune di Sannicandro ha realizzato ex novo un parco urbano di dimensioni simili con soli 850.000€, comprese le spese di acquisizione dei terreni. Noi con un milione di euro abbiamo semplicemente restaurato una cosa già esistente.
Anche in questo caso è mancato completamente il coinvolgimento sia della cittadinanza che del consiglio comunale, essendo partita l’iniziativa direttamente con una delibera di giunta. Si è persa un’occasione che si ripresenterà tra un secolo per migliorare la skyline del paese e per risolvere alcuni problemi strutturali. Un’opera così rilevante va partecipata. Anche il bando per l’assegnazione della progettazione è stato discutibile, in quanto non ha coinvolto i professionisti locali che conoscono meglio di ogni altro la situazione.
E così ci si è limitati a cambiare le piastrelle al bagno. Un milione di euro spesi per un intervento puramente estetico, un inutile lifting. Forse era meglio lasciare le cose come stavano.
Non dobbiamo distrarci su particolari come la questione delle rampe (pure importante, per carità!), perché qui la cosa importante da contestare è il fatto che vengono realizzati progetti del genere senza consultare nessuno e al solo scopo di fare propaganda elettorale.

Mimmo Ferrante

martedì 18 Gennaio 2011

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bonaparte1789
bonaparte1789
13 anni fa

Un paesino Medievale , con il castello , il capo del villaggio , lo sceriffo , e il maniscalco ; questo è l’ideale che gli acquavivesi hanno della città in cui vivono , e non desiderano vivere in una città più grande.

NUOVA_MENTE_2010
NUOVA_MENTE_2010
13 anni fa

ma è da un anno che questa amministrazione si è insediata. ma possiamo vedere qualche loro proposta? ma che fine ha fatto la “democrazia partecipata” sventolata da squicciarini ai comizi? solo fumo negli occhi…..vero squicciarini? vai a lavoraaaaare e non prendere più in giro le persone!!!!!!

claudioForzaNuova
claudioForzaNuova
13 anni fa

Il PRG sappiamo bene che non si vuole approvare,non c’è un partito trasversale ma un mangia mangia generale!!!!!!! A fine mandato di questa giunta non sarà cambiato nulla e alle prossime elezioni si parlerà da parte dei candidati alla comoda poltrona di Sindaco di tale argomento. Molte cose non vanno,spese ad avvocati e molto alte altro.

claudioForzaNuova
claudioForzaNuova
13 anni fa

altro.Promettere mari e monti non serve a nulla,ma si sa,noi viviamo così.Se qualcuno va sul Comune per chiedere qualsiasi cosa deve fare la caccia al tesoro per avere spiegazioni.La piazza costa un milione di euro questo è vero ma è anche vero che chi si è battuto per bloccare i lavori un anno prima era lì a festeggiare.

NUOVA_MENTE_2010
NUOVA_MENTE_2010
13 anni fa

hai tristemente ragione claudioForzaNuova..viviamo in un paese di paradossi!! mancano coerenza e dignità! se solo si riuscisse a confrontare in piazza il programma elettorale con il loro modo di operare: trasparenza, efficacia ed economicità che fine hanno fatto? ma in fondo in fondo..qualcuno lo aveva preannunciato..ora ce li teniamo..

bonaparte1789
bonaparte1789
13 anni fa

Acquaviva , Acquaviva , Acquaviva , ora usa un aggettivo per descrivere Acquaviva , Acquaviva , Acquaviva 🙂