Cultura

Tra fantasia e rigore nel segno di Italo Calvino

Mimmo Ferrante
Incontro con gli autori
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Domenica 12 dicembre presso il Club 1799 (Piazza dei Martiri, 42, Acquaviva delle fonti – BA) alle ore 19.00 ci sarà un incontro con gli autori: "Italo Calvino tra fantasia e rigore"
Presenteranno i propri libri:
Domenico Ribatti, Italo Calvino e l’Einaudi (Stilo editore);
Chiara Lacirignola, Italo Calvino e i cavalieri fantastici (Stilo editore);
con la moderazione di Michele Bracco, filosofo fenomenologo; Interverrà l’Editore.
L’evento è a cura di Carlotta Susca e M. Grazia Bonavoglia in collaborazione con l’Associazione Cafè 1799 e i Presidi del Libro

Domenico Ribatti
"Italo Calvino e l’Einaudi"
La casa editrice Einaudi fu fondata nel 1933 a Torino.
Il giovane Italo Calvino divenne amico e collaboratore di Giulio Einaudi e degli altri più anziani di lui che già lavoravano per la casa Editrice, tra i quali Cesare Pavese, Felice Balbo, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Franco Venturi e Paolo Serini.
Nel 1950 Calvino, che già si occupava dell’ufficio stampa, venne ufficialmente assunto come impiegato presso la casa editrice Einaudi per diventarne, a partire dal 1955, dirigente.
Nel corso di quarant’anni Calvino dedicò gran parte del suo tempo ai libri degli altri attraverso una instancabile attività di lettore, redattore e promotore culturale.
Questo libro si propone, utilizzando la testimonianza dello scrittore e quella di quanti, nel corso di quegli anni, interagirono con lui, di tracciare una breve sintesi di questa eccezionale esperienza.

Chiara Lacirignola
"Italo Calvino e i cavalieri fantastici"
Un percorso all’interno di quella narrativa calviniana fatta di personaggi positivi ed eroici, modelli per l’uomo moderno che deve recuperare un ruolo attivo nella Storia.
Se nell’immediato dopoguerra il neorealismo imprigionava gli artisti nella necessità di una produzione impegnata, Calvino sfugge a questo imperativo esaltando i valori della mobilità, della rapidità, dell’azione. Tuttavia gli avvenimenti storici, le delusioni, ma anche i viaggi e i nuovi incontri mutano la prospettiva con cui l’autore tratta l’archetipo del cavaliere, il quale abbandona la storia civile per proiettarsi in uno spazio meta-temporale e meta-letterario.
Nel percorrere la strada della riattualizzazione del mito cavalleresco Calvino non ricorre a una delle più marcate attitudini narrative tardo-novecentesche, la riscrittura, che lo porta ad attingere non solo alla tradizione letteraria nazionale (Ariosto in primis) ma anche a quella internazionale (dal Don Quijote all’avanguardia francese de Les fleurs bleues), in un fecondo connubio di topoi cavallereschi e fantastici.

Mimmo Ferrante

sabato 11 Dicembre 2010

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