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L’Associazione Avvocati lancia l’allarme: “Mancano i giudici!”

Flora Caporusso
Alessio Carlucci: "Il numero dei giudici togati non viene rivisto dal 1969!"
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Grido d’allarme dell’Associazione Avvocati e Praticanti del Tribunale di Acquaviva delle Fonti, che include i paesi di Acquaviva, Cassano, Santeramo e Gioia. L’Associazione, infatti, ha chiesto l’assegnazione di 2 giudici togati per ogni sezione distaccata: uno per le controversie civili e l’altro per le controversie penali.

Presidente dell’Associazione e portavoce del problema in questione è Alessio Carlucci, avvocato penalista. La questione, sebbene sollevata e portata avanti dall’associazione di Acquaviva, include tutte le sezioni distaccate, allo scopo di renderle un tutt’uno.

Il problema nasce dalla ovvia esigenza di ridurre i tempi di svolgimento delle sentenze, tempo che, molto spesso, equivale a molti anni. Il dottor Sergio Cassano, giudice della circoscrizione di Acquaviva, ad esempio ha il carico delle controversie penali e civili non solo di Acquaviva ma anche di Altamura.

Si tratta di un’enorme mole di lavoro che necessita supporto. La giustizia non è solo quantità ma soprattutto qualità. Giudici e personale di cancelleria svolgono il loro lavoro con professionalità e dedizione, rispettano tutte le garanzie che la legge prevede. Ciò richiede tempo. In tutta Italia ci sono giudici che sfornano sentenze in tempi brevi, ma molto spesso queste non hanno resistenza e validità nel tempo in quanto, per riuscire a risolvere il caso in tempi brevi, omettono alcuni passaggi necessari alla resistenza nei confronti delle impugnazioni. Ciò non è produttivo, non è di aiuto emettere sentenze che tornano indietro a distanza di tempo”. Questa la dichiarazione dell’avvocato Carlucci ad acquavivalive.

Di seguito pubblichiamo integralmente la lettera che lui stesso ci ha fatto pervenire.
“Il problema della amministrazione della Giustizia nella provincia di Bari e quindi nelle sezioni distaccate del tribunale è ormai annoso. Senza alcuna intenzione polemica riguardo all’intervento del Dott. Savino in tema di produttività dei magistrati, dobbiamo però ritenere che il problema debba essere inserito in un contesto più ampio che va meglio definito.

Le esigenze concrete e i problemi reali che affliggono più o meno tutte le sezioni distaccate del Tribunale di Bari ( Acquaviva, Altamura, Bitonto, Modugno, Monopoli, Putignano e Rutigliano) permangono e si aggravano negli anni, ma sino ad oggi nessun provvedimento risolutivo, anche parziale, è stato adottato.

Spesso si è data priorità alla situazione in cui versano le sezioni civili e penali del capoluogo, più o meno tutte oberate di controversie e con effettivi problemi di organico, ma a ben vedere aventi un carico di lavoro evidentemente inferiore per singolo magistrato, a quello che si ritiene di far gravare ad es. sull’unico magistrato togato della sezione distaccata di Acquaviva, che oltre a reggere il ruolo civile e penale, deve farsi carico anche del ruolo penale della sezione distaccata di Altamura.

Detta situazione non può giustificare la mancata adozione di idonei e necessari provvedimenti risolutivi presso le citate sezioni distaccate perché sono in gioco interessi prioritari di quasi un milione di cittadini pugliesi , tutti utenti, effettivi o potenziali, del servizio giurisdizionale.

A tal fine appare assolutamente indifferibile l’assegnazione in pianta stabile presso tutte le sedi distaccate di almeno due magistrati togati, uno per il carico civile, l’altro per quello penale.
Occorre pure riconsiderare la questione della provincia non come situazione a se stante, valutabile indipendentemente e dopo quella di Bari, ma come facente parte dell’intero circondario e con pari dignità delle sezioni allocate in Piazza De Nicola o Via Nazariantz.

Ad oggi si è cercato di risolvere i problemi individuando e “precettando” pochi magistrati i quali, pur dimostrando professionalità, impegno e spirito di sacrificio, hanno assunto un impegno assai gravoso. La soluzione ragionevole e risolutiva è quella di coinvolgere un numero maggiore di magistrati i quali si occupino sia delle cause presso la sede centrale sia di quelle pendenti in provincia.

Tanto più ampio sarà il numero di giudici coinvolti nel progetto di ristrutturazione generale, tanto meno gravoso sarà per loro l’impegno ma, soprattutto, meglio si realizzerà il senso di unità della giurisdizione in tutto il territorio di Bari e provincia.

In tal modo si potrà realizzare un efficace monitoraggio delle controversie civili e penali in un contesto più generale ed illuminante; in particolare, nel settore penale le realtà criminali della città e della provincia spesso non sono slegate e appartengono ad un fenomeno più ampio che può essere colto solo attraverso un osservatorio giudiziario più unitario e coordinato.

Quanto sopra detto non è rivolto solo alle Autorità Giudiziarie competenti ma anche e soprattutto ai parlamentari locali che possono incidere efficacemente nei luoghi dove il problema è stato ignorato per anni e dove si poteva risolvere prima e meglio.

In forza del mandato popolare ricevuto in loco, possono e debbono insistere all’interno del Parlamento, delle competenti commissioni, presso il Ministero di Giustizia perché sia rivisto il numero dei magistrati facenti parte dell’organico del Tribunale di Bari, fermo al 1969. “Sacche di improduttività” vanno ricercate in non poche altre sedi giudiziarie fuori Regione, dove il numero di magistrati è più che proporzionato al carico di lavoro esistente, certe volte troppo.

In ogni caso senatori e deputati eletti in Bari e provincia nelle file della maggioranza e della opposizione si facciano portatori a Roma della verità che la giustizia non è un costo ma un investimento.  Laddove funziona male tutti i settori sociali ne risentono. Quello economico perché impunità della criminalità ed incertezza del diritto scoraggiano nel territorio interessato nuovi investimenti produttivi e danneggiano il tessuto sano già esistente.

Quello culturale perché la percezione di una giustizia lenta ed inefficace scoraggia il diffondersi di modelli comportamentali conformi a legalità, solidarietà e senso umano, necessari per una crescita globale, al passo dell’Europa.

Non ultimo quello della salute perché il cittadino che aspetta anni e anni per una sentenza non può non risentirne in termini di stress psico fisico. Senza dimenticare altri settori che concorrono, insieme a quelli citati, a determinare il livello di qualità della vita di noi tutti".

venerdì 7 Dicembre 2007

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delusa88
delusa88
16 anni fa

Non so quanto possa contare, ma appoggio anche io la denuncia sollevata dall’Avv. Alessio Carlucci…
riconosco il fatto che la provincia di Bari sia sommersa di avvocati che certo non possono,nelle loro potenzialità, contribuire al ridimenzionamento dei tempi burocratici…
le sentenze le rilasciano i giudici competenti e dunque la crescita esponenziale di avvocati non aiuta in nessun modo questa precaria situazione…

giusy_007
giusy_007
16 anni fa

Per le sentenze, a dritta e a manca si giunge a soluzione presto o tardi. Ciò che invece assilla il cittadino è un altro serio problema che riassumo in questo esempio:”Se un medico danneggia un suo paziente(cliente) non ci guadagna nulla anzi.., spesso invece se un avvocato danneggia il suo cliente ci guadagna ..eccome”. Cioè l’imperizia di un medico viene subito punita(vedi notizie Gazzetta d.M.), l’imperizia di un avvocato no, anzi spesso viene premiata(sottobanco).

skill1983
skill1983
16 anni fa

per giusi_007,l’imperizia di un medico può portare a danni irreversibili,come la morte;l’imperizia di un avvocato può causare dei danni anche disastrosi,ma di minor entità.Lungi da me il voler giustificare una categoria che sovente crea disagi a gente in evidente stato di difficoltà.

giusy_007
giusy_007
16 anni fa

Non mi riferivo agli eventi casuali ed involontari. Mi riferivo ai motivi di “interesse”: cioè il medico non ha alcun interesse ad “uccidere” il suo paziente (non ci guadagna nulla di più). L’avvocato invece se “uccide” il suo cliente spesso succede che guadagna due volte: dal suo cliente e anche dall’avversario. Il povero cliente non ha alcuna garanzia che ciò non avvenga. Capisc a me!!!!!